FINALITA' DEL GRUPPO KAYAK LIBURNIA

Art 2 dello Statuto: "SCOPI DEL GRUPPO sono la pratica, la promozione e la didattica dell'attività sportiva turistica ed agonistica della CANOA nelle sue varie forme, con particolare riguardo agli ideali naturisti dell'Associazione Liburnia.

Ideali che si realizzano tra l'altro nel KAYAK - NATURISMO, cioè il kayak inserito nella filosofia naturista quale mezzo a misura d'uomo per fare attività fisica e trascorrere il tempo libero, per viaggiare e vivere a contatto con la natura, in modo naturale, utilizzando energie rinnovabili come la forza muscolare e la forza del vento, rispettando l'ambiente, senza inquinare..."

ATTIVITA' DEL GRUPPO

Il Gruppo Kayak Liburnia - associazione sportiva dilettantistica senza fini di lucro - pratica prevalentemente il TURISMO IN KAYAK o meglio il KAYAK - NATURISMO.

Il Gruppo è nato nel 1980 in seno all'Associazione Naturista Liburnia di Trieste, e da quell'anno è affiliato alla Federazione Italiana Canoa Kayak del CONI.

I soci, dopo alcune lezioni di tecnica canoistica con istruttore FICK, possono andare in kayak dove e quando preferiscono con le barche sociali che stanno nella sede nautica (porticciolo Cedas - Barcola - Trieste) o con canoa propria se ce l'hanno.

Organizziamo anche qualche gita, oppure i soci si organizzano da soli per uscire insieme.

Qualche socio pratica la crociera in kayak con campeggio nautico tra le isole della Dalmazia, ma si può andare anche più lontano...
(in un kayak marino si possono stivare acqua, viveri e attrezzatura per 10 - 15 giorni)

Qualche socio si avventura anche sui fiumi, ma ci vuole una tecnica più avanzata e non è consigliabile andare da soli. (a Trieste c'è anche il Gruppo Kayak XXXottobre del CAI che pratica l'escursionismo fluviale)
www.caixxxottobre.it

Non facciamo agonismo, ma partecipiamo a qualche gara di discesa o slalom fluviale per poter rimanere affiliati alla Federazione Italiana Canoa Kayak. www.federcanoa.it
La FICK ha come scopo istituzionale quello di preparare gli atleti alle Olimpiadi, ma si occupa anche di kayak turistico.
In ogni caso se si vuole imparare a pagaiare e manovrare in modo piacevole ed efficace, e in sicurezza, conviene rivolgersi ad istruttori preparati.


MA COS'E' QUESTO NATURISMO ?

Lo dice la parola: VIVERE IN MODO NATURALE, SECONDO NATURA, IN ARMONIA CON LA NATURA.
Ma non è solo amore e rispetto per la natura, tutela della natura come qualcosa di esterno a noi (l'inquinamento, gli animali in via di estinzione...): è anche ricerca dell'autentica natura umana che è in noi, riscoperta di valori spesso dimenticati, nella nostra cultura consumista, individualista, esibizionista, arrivista... E' una filosofia di vita.

E COSA C'ENTRA IL FATTO DI STARE NUDI ?

Il nudo è il simbolo e la bandiera del naturismo. Altrimenti saremmo naturalisti o ambientalisti.
Perché è naturale ed è bello stare nudi quando il clima lo consente e ci si trova ad esempio su una spiaggia.
Perché il corpo umano è bello e non ha senso nasconderne certe parti inducendo curiosità morbose... E comunque anche coloro che non sono belli o non sono giovani hanno diritto di esistere e di prendere il sole integrale.
E in ogni caso la nudità è la condizione naturale dell'uomo, e l'uomo nudo e indifeso è più portato ad avere un rapporto di non violenza, di armonia con i suoi simili, con l'ambiente, con l'universo...

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      KAYAK & NATURISMO

                  Caio 2002

Partire la mattina tra le isole   e non sapere su quale ti fermerai la sera...

Navigare. Tra isole di nuda roccia   o ricoperte di boschi. Sperimentare il benessere dell'esercizio fisico prolungato. Fermarsi, scattare delle foto... Il tempo e lo spazio si dilatano al ritmo regolare della pagaiata. Atmosfera rarefatta... Un fascino arcano... Scoprire un'insenatura accogliente   e decidere di passarvi la notte. E addormentarsi sotto le stelle, tante stelle... nel saccopelo, senza nemmeno montare la tenda.

E navigare: lottare con il vento e con le onde, sentirsi un puntino insignificante nella vastità del mare, e nello stesso tempo assaporare ad ogni pagaiata quel senso di libertà e di potenza che ti pone al centro del mondo... E ritrovarsi a contemplare ricami di isole illuminate a giorno dalla luna piena   mentre il profumo intenso di chissà quale pianta satura il silenzio della notte...

E navigare ancora, accompagnati da quel vago timore del mare, dell'ignoto. Controllare il barometro. Pescare... E perdere il conto delle albe e dei tramonti. E gustare il sapore della solitudine, se si è soli, o il piacere della conversazione, intorno a un fuoco, con amici vecchi e nuovi, o la magia dell'amore, con una compagna sportiva che ha voluto seguirci fuori del mondo...

Chi ha scelto di comperare un kayak e non una moto d'acqua già si colloca su una certa linea di pensiero.
Per quanto mi riguarda kayak e naturismo sono due cose intimamente legate: come il naturista può appassionarsi al kayak, scoprendo che è un mezzo a lui congeniale, così penso che il canoista possa riconoscersi nella filosofia naturista.
Senza pretendere di "convertire" nessuno.

Il kayak è un mezzo ideale per il naturista, semplice, essenziale: diventa una parte del tuo corpo, ti fa sentire un pesce... ma è facile da tirare a terra...
Si possono percorrere 5, 10, 20... 50 chilometri al giorno: a piacere. Non occorre un grande sforzo per scivolare sull'acqua a 5, 6, 7 chilometri l'ora. Come passeggiare sulla terraferma.
Il mio kayak, con un accurato lavoro di stivaggio, contiene viveri e acqua per 15 giorni, oltre ai vestiti e all'attrezzatura necessaria per la navigazione ed il campeggio...

"Andare in kayak da Trieste a Zara non c'entra per niente con il naturismo..." commentava una socia della Liburnia (l'associazione naturista di Trieste), parlando di un raid...
E invece no: viaggiare senza motore, contando solo sulle proprie forze è naturista; vivere per giorni e giorni in armonia con la natura, evitando le strutture organizzate, è naturista... forse più che prendere il sole nudi sulla brandina.
Evidentemente il concetto di naturismo si presta a varie interpretazioni.

Ma cos'è questo naturismo?
Lo dice la parola: vivere in modo naturale, secondo natura, in armonia con la natura.
Ma non è solo amore e rispetto per la natura, tutela della natura come qualcosa di esterno a noi (l'inquinamento, gli animali in via di estinzione...): è anche ricerca dell'autentica natura umana che è in noi, riscoperta di valori spesso dimenticati. E' una filosofia di vita.

E cosa c'entra il fatto di stare nudi?
Il nudo è il simbolo e la bandiera del naturismo. Altrimenti saremmo naturalisti o ambientalisti. Perché è naturale ed è bello stare nudi quando il clima lo consente e ci si trova ad esempio su una spiaggia... Perché il corpo umano è bello e non ha senso nasconderne certe parti inducendo curiosità morbose...
E comunque anche coloro che non sono belli o non sono giovani hanno diritto di esistere e di prendere il sole integrale. E in ogni caso la nudità è la condizione naturale dell'uomo. E l'uomo nudo e indifeso è più portato ad avere un rapporto di non violenza, di armonia con i suoi simili, con l'ambiente, con l'universo...

In kayak la crociera in piena autonomia in luoghi selvaggi è la cosa più impegnativa e di maggior soddisfazione. Ma ce n'è per tutti i gusti: più semplice è giocare davanti alla spiaggia o fare la gita domenicale. Ed il kayak è il mezzo migliore per addentrarsi, in silenzio, senza disturbare, in luoghi meravigliosi in cui la natura sembra incontaminata...
Maggiori comodità si possono avere facendo delle crociere lungocosta o con piccole traversate, da campeggio a campeggio, in modo da poter trovare ogni sera un market, un ristorante, una doccia... Certo bisogna essere un po' sportivi... ma i naturisti dovrebbero esserlo...
Basta sperimentare e progredire gradualmente, e usare prudenza. Si può cominciare con un fine settimana, per verificare le proprie capacità organizzative, la propria attrezzatura e le proprie attitudini... Poi si possono raddoppiare le scorte e portare l'autonomia a 4 giorni... poi a 8 giorni...

Il naturismo è una filosofia che basandosi appunto sui principi del "naturale" e "autenticamente umano", principi per niente rigidi che ognuno può vivere a modo suo, trova applicazione in tutti i campi: dai rapporti umani al rapporto con l'ambiente, dall'alimentazione all'educazione dei bambini, dall'igiene alla medicina naturale, allo sport ed al tempo libero, al sesso, al controllo delle nascite, all'agricoltura biologica, alla bioedilizia, al transgenico, al virtuale, agli stupefacenti, al telefonino, al nucleare, al risparmio energetico...
Il naturista affronta ogni problema in un'ottica naturista, ma non è un fanatico (e non rinuncia ai "piaceri della vita"): considera fondamentali il rispetto e la tolleranza, il dialogo tra culture, la dimensione umana, la disponibilità umana, la compagnia, l'amicizia...
Molti sono arrivati al nudo-naturismo per reazione ad un certo tipo di educazione, molti per trasgressione, per il gusto del proibito, molti ci arrivano seguendo la moda... ma sarebbe meglio arrivarci perché è una cosa naturale, perché educati dai genitori... Pochi ambienti sono più casti di un campo naturista, frequentato da intere famiglie, con bambini e adolescenti...

Una nuotata, una partita di pallavolo, una grigliata... E ci si accorge che nudi, a contatto con l'aria, il sole, il mare, ci si sente bene, si prova un senso di libertà e di armonia che non si conosceva, ci si accorge che il costume addosso non ha senso, e se è bagnato e non siamo in piena estate dà anche fastidio...
Poi ci si accorge che il nudo affratella, indica disponibilità umana, mentre il costume significa "io non mi lascio vedere come sono" anche a livello psicologico. Il vestito, più o meno raffinato, mantiene le distanze, sottolinea differenze, ci induce a recitare il nostro ruolo...
Per il naturista il vestito serve a proteggersi dal freddo e la nudità in sé non provoca eccitazione sessuale: è l'abbigliamento, specie se ridotto, che diventa malizioso strumento di provocazione erotica... E il cosiddetto senso del pudore non è innato: esso appare piuttosto un'acquisizione che si trae dal proprio ambiente socioculturale.

Naturalmente il naturista rispetta chi non se la sente di spogliarsi: sulla nostra costa triestina, ambiente naturale selvaggio e unico, tra rocce calcaree e vegetazione illirico mediterranea nudisti e vestiti convivono civilmente lungo vari chilometri di spiaggia libera: dalla "Costa dei barbari", che è stata recentemente scelta da Legambiente come una delle più belle d'Italia, alle risorgive dei "Filtri".
Si convince più con l'esempio che con il ragionamento. E si spera che un po' per volta tutti i maschietti capiscano che nuda non vuol dire che ci sta, che nuda non vuol dire puttana. Anzi: una ragazza nuda su una spiaggia naturista è più riservata, più difficile da abbordare...

E poter ammirare il corpo di una donna    nella sua bellezza più semplice e autentica    senza doversi sentire uno sporcaccione, un pervertito... Anche questo è naturismo.
Un omaggio alla bellezza: come fotografare la furia del mare, il sorriso di un bimbo, la malinconia di un tramonto.    Se poi quella donna è la tua compagna    ci sarà anche della tenerezza, dell'affetto    nel tuo sguardo.
Ovviamente vale anche per il corpo maschile, anche se qui le resistenze culturali sono maggiori...

Qualcuno ci considera dei pervertiti, dei depravati...    Ma secondo noi i pervertiti sono coloro che fanno i moralisti e considerano sporche certe parti del corpo, per il piacere poi di scoprirle, di trasgredire, di peccare.    Depravate sono quelle che se la tirano - mostro, non mostro - amministrandosi saggiamente con tanga, perizomi, tacchi a spillo, topless ed altri strumenti di seduzione che in spiaggia non sono poi indispensabili...
Ovviamente con tutto il rispetto per chi non la pensa come noi.
Fortunatamente in occidente non si possono più mettere al rogo o imprigionare o lapidare gli scostumati, gli eretici, i sovversivi, le streghe, le adultere … ed è stato recentemente riconosciuto che le donne hanno l'anima, ed il diritto di voto... Siamo veramente civili!

Con un kayak adatto si possono anche scendere i fiumi: anche qui siamo a contatto con la natura selvaggia, soli con le nostre forze ed il nostro piccolo scafo. E anche questo è naturismo.

Sul fiume cerchiamo emozioni violente, il piacere delle evoluzioni, della guida spericolata... Il mare dà sensazioni meno travolgenti, ma forse più intime e durevoli. Sul torrente ci vogliono tecnica, concentrazione, fegato. Il paesaggio fa da sfondo, non c'è tempo per pensare, e allo sbarco ti attende l'automobile... In mare non ci sono passaggi di sesto grado, salvo che ti sorprenda una burrasca, ed il kayak è un mezzo per andare in certi posti, per vivere in un certo modo. Il rapporto con l'ambiente diventa essenziale. C'è molto tempo per pensare...
Mentre sul fiume la tecnica, l'insegnamento e l'assistenza reciproca (fare sicurezza) sono indispensabili, in mare si può benissimo andare da soli e da autodidatti. Pagaiare è abbastanza intuitivo. Pagaiare bene però... è un'arte, e ci sono molte tecniche (appoggi, aggancio, scarto, richiamo, debordé... eskimo) che è difficile scoprire e imparare da soli. Ci sono canoisti marini che pagaiano da una vita senza conoscerle, ma queste tecniche, indispensabili in fiume, in mare sono molto utili, per sentirsi a proprio agio, e per affrontare con sicurezza, all'occorrenza, un mare forza sette o una bora a cento...

Certamente il kayak può essere uno sport pericoloso, uno sport estremo, ma è anche uno sport tranquillo, uno sport per famiglie, uno sport per pensionati... L'importante è andare secondo le proprie possibilità. C'è chi ha traversato dall'Elba alla Corsica e chi affronta rapide e cascate dove si rischia la vita... ma si può anche navigare a dieci metri dalla costa, scendere fiumi di primo grado o di difficoltà zero, pagaiare nelle lagune o sui laghi...

Il mio primo maestro è stato l'allora sessantenne presidente dell'Associazione Naturista Liburnia di Trieste, Romano Mantani, fondatore del Gruppo Kayak Liburnia. Lui mi ha iniziato al kayak-naturismo, tanti anni fa, guidandomi nell'arcipelago delle Incoronate: per me è stata un'esperienza indimenticabile, affascinante, "sconvolgente" nella sua bellezza. Anche perché in quell'occasione ho conosciuto per la prima volta, e tutto in una sola volta, la Dalmazia e le Incoronate, il kayak a vela e la crociera in kayak, il nudo-naturismo ed il campeggio, ma campeggio libero, selvaggio...
Posso dire, senza timore di esagerare, che il kayak ed il naturismo hanno cambiato la mia vita.
Da allora torno alle Incoronate ogni estate, e a volte anche a Capodanno. Nel settembre scorso ci sono stato 20 giorni, mangiando "fuori" solo sei pasti...
Per me è un posto magico, il posto più bello dell'Adriatico: una miriade di isole quasi disabitate (parco nazionale croato) quanto mai adatte al kayak-naturismo. (Basta non andarci in dieci kayak, come hanno fatto un paio di anni fa gli amici di "Canoe in mare!", perché allora si dà troppo nell'occhio ed i guardiani del Parco ti controllano a vista seguendoti con il motoscafo e ricordandoti che è proibito il campeggio libero, che è proibito fare immersioni, lasciare immondizie, accendere fuochi...)

Ma "fare del nudismo non significa essere naturisti, se non ci si spoglia anche mentalmente di artificiose abitudini del vivere e del pensare, della filosofia consumistica dell'avere e del sembrare, per coltivare la filosofia dell'essere" abbandonando (almeno in ambiente naturista) le malsane abitudini alla competizione, all'aggressione, all'affermazione di sé, all'esibizione...
Nella nostra società sembra che uno non si realizzi se non "esibisce", se non "gliela fa vedere" agli altri, se non è sgarbato con il prossimo, altrimenti viene giudicato un debole... E anche i naturisti a volte peccano, per immodestia, per ambizione di potere...
Le filosofie orientali insegnano ad essere una foglia tra le mille foglie di un albero, a "lasciarsi fluire” in armonia con il tutto... La nostra cultura occidentale ci induce a voler essere la foglia più alta, la più forte, la più “figa”, creando per ogni “vincente” (anch'egli scontento e nevrotico) una massa di frustrati, di falliti, di perdenti, nella vita come nello sport...
Noi abbiamo troppi falsi bisogni per poterli soddisfare tutti. Ma cosa serve veramente per vivere felici?

Un cenno storico: "Il naturismo è un movimento nato verso la fine dell'800 come reazione agli eccessi della civiltà industriale, che danneggiano il corpo e la mente dell'uomo, oltre che l'ambiente naturale.
Infatti l'idea naturista ebbe i suoi centri di diffusione più attivi nelle regioni maggiormente industrializzate della Germania, della Francia e dell'Inghilterra.     I pionieri del naturismo furono, in sostanza, degli igienisti che sostenevano la necessità di sfuggire alla vita malsana delle città e delle fabbriche con un periodico ritorno alla natura, a un'esistenza quieta, più libera ed estremamente semplice: vivere il più possibile all'aperto, prendere il sole, tuffarsi nel verde e nell'acqua, mangiare frugalmente, rispettare la dignità umana, confondersi con la natura per vivere in armonia con essa.
La pratica del nudismo è una conseguenza, coerente all'igienismo, della difesa della salute fisica e mentale che sta alla base dell'idea naturista.     Si può dire che i naturisti, opponendosi all'inquinamento industriale e alle sue conseguenze, furono i precursori dell'ecologia".

Non occorre essere scienziati né medici per capire se certe cose siano naturali e compatibili con noi e con l'ambiente: basta il buon senso comune per capire se sia naturale respirare fumo, ossido di carbonio, catrame, nicotina... se sia naturale mangiare cibi cui sono stati aggiunti ormoni, antibiotici, veleni vari... se sia naturale rendere carnivori gli erbivori (muccapazza), se sia naturale essere esposti alla radioattività artificiale, essere traversati da radiazioni elettromagnetiche... Se sia naturale scaricare in Adriatico mercurio, uranio impoverito, plutonio... come segnalava un socio sul Notiziario... e scorie radioattive nel Mediterraneo... ???

Il vero naturista contesta e cerca di tenersi fuori da questo mondo di ladri, inquinatori, affaristi, speculatori, corrotti, rapinatori legalizzati, stupratori, sessuofobi, sessuomani, consumisti, sofisticatori, arrivisti, esibizionisti, tossicodipendenti, sistemadipendenti, multinazionali, mafia, miconsenta, povertà spirituale, mancanza di valori, falsi valori    e chi più ne ha più ne metta!       Proprio un bel mondo,    da lasciare ai nostri figli!    Ma è difficile cambiarlo: è troppo bene organizzato... sulla base del profitto ... dei più furbi...

L'Associazione Naturista Liburnia di Trieste nasce nel 1968 (ma i fondatori non erano precisamente dei “sessantottini”) sulla spinta dello spirito di rinnovamento che si andava affermando in quegli anni, raccogliendo l'eredità di apertura propria della cultura mitteleuropea e, naturalmente, i concetti della filosofia naturista presente a Trieste e nell'alto Adriatico sin dalla fine dell'800.     Sto citando Romano Mantani.

Attualmente in Italia ci sono numerose Associazioni Naturiste, che aderiscono alla Federazione Naturista Italiana, che a sua volta è membro dell'International Naturist Federation.
In Italia i naturisti vivono di solito confinati appunto nei campi naturisti, o su spiagge libere appartate, ma il costume si sta evolvendo... e da anni c'è in Parlamento una proposta di legge sul naturismo... che potrebbe diventare anche una risorsa economica, se non dirottassimo i naturisti tedeschi, francesi, olandesi... verso paesi più aperti.
Anche i giudici, che trent'anni fa condannavano per "offesa al comune senso del pudore" o addirittura per "atti osceni in luogo pubblico", oggi assolvono perché prendere il sole o il bagno nudi in luoghi appartati "non costituisce reato" o addirittura riconoscono il "diritto alla libera espressione della propria corporeità".

Nel 700 un certo Kant disse che "omnia munda mundis" cioè "tutto è puro per i puri", ed in effetti il nudo naturale è assolutamente puro e casto e asessuato, confronto all'erotismo e alla pornografia che tutti possono vedere alla televisione o al cinema (e molti apprezzano, ma non lo dicono...)    E oggi anche su Internet.

Anche Adamo ed Eva "erano nudi e non provavano vergogna",       finché non sono stati acculturati...

            Caio 2010.


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